Maria, vaso spirituale

Ascolto la Parola di vita

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinti

E Dio, che disse: «Rifulga la luce dalle tenebre», rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria di Dio sul volto di Cristo. Noi però abbiamo questo tesoro in vasi di creta (4,6-7a).

Contemplo con Luigi di Montfort

Dal Trattato della vera devozione a Maria  (VD 178; cfr. AES 221)

«Non affidate l’oro della vostra carità, l’argento della vostra purezza, le acque delle grazie celesti, il vino dei vostri meriti e virtù a un sacco forato, a un forziere vecchio e rotto, a un vaso infetto e inquinato, quali voi siete. Altrimenti sarete derubati dai ladri, cioè dai demoni che cercano e spiano notte e giorno il momento propizio. E voi stessi guasterete, con il vostro amor proprio, con la fiducia in voi medesimi e con la vostra volontà, ciò che Dio vi dà di più puro.

Mettete, versate nel grembo e nel cuore di Maria tutti i vostri tesori, tutte le vostre grazie e virtù: lei è un vaso spirituale, un vaso d’onore, un vaso insigne di devozione. Dopo che Dio stesso in persona vi si racchiuse con tutte le sue perfezioni, questo vaso divenne tutto spirituale e dimora spirituale delle anime più spirituali».

Rifletto

La Vergine Maria è il vaso spirituale, “tempio” in cui abita lo Spirito, come canta sant’Anselmo: «La carne della Vergine è chiamata vaso spirituale perché nella sua carne non regnò il peccato, né la carne si ribellò allo Spirito, né la carne ritardò lo Spirito». 

Lei è vaso di onore, “tabernacolo dell’eterna gloria”. San Germano di Costantinopoli la loda: «Sacrosanto vaso d’oro purissimo, che contiene la vera Manna del cielo, che è Gesù Cristo, dolcezza delle anime nostre». “Vaso” per il fatto che lei ebbe dentro di sé lo stesso Figlio di Dio, formato dalla sua carne e dal suo sangue; “di onore” perché scelta da Dio. San Paolo chiama i cristiani vasi di onore perché in virtù del Battesimo sono scelti e in forza della misericordia di Dio sono pieni della sua grazia (cfr. Rm 9,23-24). La consapevolezza di essere vasi di onore perché portiamo Gesù è da ravvivare in noi ogni giorno sempre di più, rimanendo fedeli al nostro sì a Dio (cfr. 2 Tm 2,21).

Lei è vaso insigne di devozione, “dimora consacrata di Dio”. Il suo grembo diviene la nuova casa di Dio perché amata da Dio e perché in lei si è incarnato. Tutta la sua vita è luogo consacrato, reso sacro proprio grazie alla presenza dello Spirito che abita in Lei. Amata, Maria vive per Dio Solo, lei non è più, ma vive solo Gesù in lei. Spesso noi pensiamo la parola devozione nel senso di un sentimento o di un gesto ripetuto. Essere devoti significa, invece, essere dedicati. Maria ha vissuto così: tutta spesa per Dio!

San Luigi di Montfort ricorre al simbolo del “vaso” quando spiega l’ottavo motivo per abbracciare la vera devozione: Maria è il segreto per perseverare con fedeltà nel nostro cammino di fede. Ci ricorda san Paolo che noi siamo fragili vasi di creta nei quali teniamo un tesoro: Gesù Cristo (cfr. 2 Cor 4,7). Se ci fidiamo solo di noi stessi, se ci appoggiamo unicamente sulle nostre forze non siamo capaci di conservare questo tesoro, come i doni della fede, della vita di Dio ricevuta nel battesimo, del vangelo, dei sacramenti, dell’essere Chiesa.

Noi – dice Luigi di Montfort – siamo come un sacco bucato, un baule vecchio e rotto, un vaso inquinato: se ci crediamo capaci di conservare i tesori della vita spirituale, rischiamo di disperderli, di esserne derubati dal maligno, di guastare tutto con il nostro amor proprio. Quante volte ci è già successo a causa della nostra incostanza e del modo leggero e sconsiderato con cui viviamo la nostra fede (cfr. AES 221)!

Luigi di Montfort ci invita, perciò, a versare nel grembo di Maria le ricchezze spirituali che abbiamo ricevuto in dono dalla grazia Dio. Lei ha custodito con cura nel proprio cuore il suo tesoro, Gesù, Sapienza incarnata. Per questo la scegliamo come depositaria delle nostre ricchezze spirituali.

Prego

«Mia buona madre,
riconosco che per tua intercessione
ho finora ricevuto da Dio più grazie di quante ne meritassi,
e so per mia funesta esperienza
che porto questo tesoro in un vaso fragilissimo,
e che sono troppo debole e misero
per conservarlo in me.
Ti prego,
ricevi in deposito tutto ciò che possiedo,
e conservamelo con la tua fedeltà e potenza.
Se mi custodisci non perderò nulla,
se mi sostieni non cadrò,
se mi proteggi sono al sicuro dai miei nemici.
Amen».

(cfr. VD 173)