Meditazione
San Luigi di Montfort è universalmente conosciuto non soltanto come apostolo della vera devozione alla Vergine, ma anche come grande missionario popolare. Era un uomo che aveva il carisma di toccare i cuori e ha messo a disposizione questo dono di Dio per predicare le missioni. Nel 1706 venne nominato “Missionario apostolico” da papa Clemente XI. Era il segnale forte che attendeva per mettersi in cammino ed evangelizzare le città e i paesi dell’Ovest della Francia, allo scopo di far rivivere lo spirito e la fiamma dell’impegno cristiano nei cristiani, facendo loro rinnovare le promesse del battesimo.
San Luigi di Montfort ha preso sul serio l’ultima consegna di Gesù agli Undici: «andate», nella convinzione che il più alto grado, cioè la perfezione della vita spirituale consiste «nell’acquisire la luce e l’afflato necessari per ispirare agli altri l’amore della Sapienza e condurli alla vita eterna» (AES 30).
Questo imperativo del Signore è per noi oggi. Incontrare il Risorto e rispondere alla sua chiamata non è mai trattenerLo per sé e a sé, perché «che amore è quello che non sente la necessità di parlare della persona amata, di presentarla, di farla conoscere?» (Francesco, EG 264)! La nostra esistenza di cristiani è proiettata al di fuori di noi. La fede non può mai ripiegarsi su di sé, ma deve essere slancio verso l’annuncio e verso il bisogno dell’altro. La fede è mettersi in cammino, non per sé stessi, ma soltanto per portare Gesù, la Sapienza eterna ed incarnata, il vero e unico tesoro che noi abbiamo da dare all’umanità. È di essa che gli uomini e le donne del nostro tempo hanno profonda nostalgia, anche quando sembrano ignorarlo o rifiutarlo.
Ancora oggi san Luigi di Montfort ci apre alla consapevolezza che “ogni cristiano è missionario nella misura in cui si è incontrato con l’amore di Dio in Cristo Gesù; non diciamo più che siamo discepoli e missionari, ma che siamo sempre discepoli-missionari” (Francesco, EG 120).