Meditazione
La preghiera del rosario ha la sua dimora nel cuore del povero perché appartiene alla logica della piccolezza evangelica. Un semplice e piccolo grano del Rosario cattura il senso della nostra vita, lo trattiene, lo illumina, lo rafforza. La preghiera del rosario soddisfa poco l’intelligenza, non se ne trae quasi gloria, non suscita nuove idee, ma avvicina a Maria, che «conservava queste parole (misteri) nel suo cuore». La presenza della Vergine che prega con noi e in noi è tanto potente da «attirare il regno di Dio, la Sapienza Eterna, dentro di noi» (AES 193). Ella ci avvicina a Gesù, perché Gesù cresca in noi.
La preghiera del rosario mette in movimento il corpo e l’anima, le labbra e i sentimenti. Si prega da soli o in comunità, ad alta voce o in silenzio, in casa o per strada, in treno, in bus o in tram. Lo si può pregare nel turbinio della vita, in mezzo al mondo.
Per san Luigi di Montfort, lo scopo del rosario è di contemplare Gesù Cristo attraverso la meditazione della sua vita, per imitarlo certo, ma soprattutto per diventare Lui. Infatti, per coloro che recitano il rosario, la meditazione sui misteri di Gesù Cristo “non è solo per adorarlo e glorificarlo, ma principalmente per regolare la propria vita e le proprie azioni sulle sue virtù” (SAR 66). I santi hanno frequentato questa scuola e sono giunti alla perfezione cristiana (cf SAR 71), che consiste nell’essere trasformati in Cristo.