Maria, figlia prediletta del Padre

Ascolto la Parola di vita

Dal Vangelo secondo Luca (1,26-28)

Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».

Contemplo con Luigi di Montfort

Da L’Amore dell’eterna Sapienza (cfr. AES 105-107)

«Essendo giunto il momento stabilito per la redenzione degli uomini, la Sapienza si costruì una casa, un’abitazione degna di sé. Creò e formò la divina Maria. La divina Maria ebbe una tale crescita in grazia e sapienza di Dio ed una così perfetta fedeltà all’amore di lui, da rapire in ammirazione non solo tutti gli angeli, ma pure lo stesso Dio. La sua profonda umiltà spinta fino al nulla, lo incantò; la sua divina purezza, l’attirò; la sua viva fede e le sue frequenti ed amorose preghiere gli fecero dolce violenza. La Sapienza fu amorosamente vinta da così amorose richieste. Quanto fu l’amore di colei che vinse l’Onnipotente! esclama sant’Agostino».

Rifletto

Il Padre di Montfort chiama Maria “figlia prediletta del Padre” perché lei ha coltivato una relazione unica con il Padre che è nei cieli, ne ha conosciuto i desideri, intuito i pensieri e a Lui si è affidata senza riserve. Ripetendole ogni giorno Totus tuus e vivendo in sintonia con Lei, Maria aiuta anche noi ad accogliere la paternità di Dio e ad immergerci sempre più, con fiducia, nella vita filiale.

Prego

Allarga il mio cuore, Vergine Maria,
nell’amore del Salvatore.
O Madre del bell’amore
togli dal mio cuore ogni scrupolo
ed ogni disordinato timore servile verso Dio carità.
Metti nel mio cuore il puro amore
e ispirami la fiducia in Dio.

Lo considererò come mio buon Padre,
a lui cercherò di fare sempre piacere,
con lui converserò con confidenza
come un bambino con il suo buon padre.

Se per disgrazia mi succedesse di offenderlo,
subito mi umilierò davanti a lui,
gli chiederò umilmente perdono,
gli tenderò con semplicità la mano
e mi rialzerò con amore, senza turbamento né inquietudine,
e continuerò a camminare verso di lui senza scoraggiarmi. Amen.
(cfr. C 45,31; VD 215)