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UN AMORE TRASVERSALE

La Croce nella vita e nella spiritualità di san Luigi Maria Grignion de Montfort

Si ripete sempre più spesso che la dottrina-esperienza di san Luigi Maria Grignion de Montfort – del quale oggi 28 aprile ricorre la memoria liturgica – prima che mariologica è cristologica, anzi soteriologica. «La croce», afferma René Laurentin, «sta al centro di tutta la vita e di tutta la predicazione del Montfort». Essa ha segnato profondamente la sua esistenza, la sua esperienza spirituale, l’attività missionaria, ed emerge prepotente, quale motivo fondamentale, dai suoi scritti. Si tratta di un amore, di una passione trasversale che percorre e unifica il personaggio. Nella croce di Cristo, nella follia di quel mistero di amore, egli ha ricercato il senso e il valore della vita, fino a identificare, in chiave paolina, la Sapienza con la croce.

Un leitmotiv che ritorna nella sua predicazione e nei suoi scritti, a partire dalle Lettere, in cui il santo svela la sua esperienza della croce. Così, in una lettera del 1702: «Ah, se i cristiani conoscessero il valore delle croci, farebbero cento leghe per trovarne una! Infatti solo in questa amabile croce sta racchiusa la vera sapienza che io cerco giorno e notte con sempre maggior passione» (Lettera 13). La ricerca della croce si fa più viva e forte in una missiva dell’anno seguente: «No, non cesserò mai di chiedere questo infinito tesoro, e credo fermamente che l’avrò, anche se tutti gli angeli, gli uomini e i demoni mi dicessero il contrario» (Lettera 15). Nel medesimo anno così scrive: «Quando possederò questa amabile e sconosciuta Sapienza? Quando verrà ad abitare presso di me? Quando sarò tanto adorno per servirle da rifugio, in una città in cui è ridotta sul lastrico e disprezzata?»  (Lettera 16). Rivolto alla mamma, nel 1704, così si esprime: «Nella nuova famiglia in cui mi trovo, ho sposato la sapienza e la croce, in cui stanno tutti i miei tesori temporali ed eterni, della terra e dei cieli» (Lettera 20). Nel 1713, giunto ormai agli ultimi anni della sua esistenza, così riassume la parabola della sua vita: «Benedici Iddio per me, perché io sono contento e felice in mezzo a tutte le mie sofferenze, e non credo che al mondo ci sia nulla di più dolce per me della croce più amara se intinta nel sangue di Gesù crocifisso e nel latte della sua divina Madre» (Lettera 26).Nell’ultima lettera scritta nella Pasqua del 1716 si legge: «Sappi che attendo rovesci ancor più considerevoli e più sensibili, per mettere alla prova la nostra fedeltà e la nostra fiducia, per fondare la comunità della Sapienza non sulle sabbie mobili dell’oro o dell’argento, ma sulla Sapienza stessa della croce del Calvario» (Lettera 34).

A questi scritti privati bisogna aggiungere un documento pubblico chiamato Lettera circolare agli Amici della Croce (LAC), in cui Montfort presenta le linee fondamentali della perfezione cristiana centrata sul mistero della croce, da cui emerge l’esperienza della sua vita. Ciò spiega il linguaggio vibrante e radicale che fa dell’autore un eccezionale testimone di quanto annuncia e raccomanda: «Vi chiamate Amici della Croce. Che grande nome! […] È il nome sublime di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo. È il nome inconfondibile di un cristiano. Amico della Croce è colui che porta veramente il Cristo. O meglio, è un altro Gesù Cristo e quindi può ripetere in verità: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”» (LAC 3-4).

«La Croce – proclama in uno dei suoi cantici – è un mistero/profondissimo quaggiù. /Senza una grande luce/non lo si intende. / Per comprenderlo è necessario/uno spirito sublime. /Eppure bisogna conoscerlo/per essere salvati» (Cantico 19, 1). La congregazione femminile, fondata da Montfort, reca non a caso il nome di “Figlie della Sapienza”, il cui fine interiore consiste nell’«acquisizione della divina Sapienza» della croce, come è affermato nel primo numero delle Regole.

La formula di consacrazione monfortana è rivolta alla Sapienza eterna e incarnata, espressione che vi ricorre ben sette volte. All’acquisto e possesso della Sapienza è finalizzata la consacrazione e, in essa, il ruolo e la missione di Maria.

Ma è soprattutto nell’importante opera L’amore dell’eterna Sapienza (AES) elabora una riflessione ampia e sistematica sul mistero della croce, in cui si manifesta la follia dell’amore di Dio per il mondo. Sono di particolare interesse i capitoli 12-14 nei quali si espone un programma di vita evangelica fondato sulla croce e concluso con una formula di singolare efficacia: «La sapienza è la Croce e la Croce è la Sapienza» (AES 180). Non basta conoscere tale Sapienza: è necessario sperimentarla, acquisirla, possederla. Con quali mezzi e per quali sentieri? Montfort ne propone quattro: anzitutto un desiderio ardente, che è un grande dono di Dio: «È la ricompensa alla fedele osservanza dei comandamenti» (AES 182). Un secondo mezzo consiste in una preghiera incessante: «Quali preghiere, quali fatiche non esige il dono della Sapienza, che è il più grande di tutti i doni di Dio!» (AES 184). Il terzo è costituito da una mortificazione universale: «Per comunicarsi, la Sapienza richiede non una mortificazione a metà oppure di qualche giorno, ma una mortificazione totale e continua, coraggiosa e discreta» (AES 196). E infine, ecco «il più grande mezzo, il più meraviglioso di tutti i segreti per acquistare e conservare la divina Sapienza: una tenera e vera devozione alla santa Vergine» (AES 203). Ella è la madre di Cristo Sapienza, è l’albero che produce tale straordinario frutto. «Qualunque dono ella ci faccia, non è per nulla soddisfatta se non ci dona la Sapienza incarnata, Gesù suo Figlio; ella è impegnata tutti i giorni a cercare anime degne di essa per donarla loro» (AES 207).

Nelle pagine conclusive de L’amore dell’eterna sapienza viene anticipato, in maniera sintetica, il contenuto del Trattato della vera devozione, che a sua volta inizia con la formula classica e caratteristica: «È per mezzo della Vergine Maria che Gesù Cristo è venuto nel mondo ed è per mezzo di lei che regnerà nel mondo». La vera devozione alla Vergine, secondo san Luigi Maria Grignion de Montfort, costituisce dunque la via privilegiata per l’acquisto e la conservazione della Sapienza di Cristo crocifisso.

«La Croce di Gesù – affermò Pio XII in occasione della canonizzazione del santo – e la Madre di Gesù: ecco i due poli della sua vita e del suo apostolato. Messo in croce egli stesso, Luigi Maria era in diritto di predicare autorevolmente il Cristo Crocifisso».

Valentini Alberto, smm

Fonte: OR, 28 aprile 2023, p. 7

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