Meditazione
Pur non escludendo nessuno dal suo apostolato, Luigi di Montfort ha avuto una predilezione per i poveri. La sua scelta veniva da una inclinazione del suo cuore, da una attrattiva che non aveva altra legge che quella dell’amore. In particolare, nasceva da una profonda relazione con Dio e da uno sguardo di fede su Gesù, Sapienza incarnata.
Luigi Maria di Montfort diceva: «Un povero è un grande mistero, […] bisogna saperlo comprendere». I poveri, agli occhi di Luigi di Montfort, erano gli amici intimi di Gesù Cristo, la sua eletta porzione, i suoi luogotenenti, i suoi primogeniti; molto di più, erano Gesù Cristo stesso, la sua reale presenza ed manifestazione.
Luigi di Montfort di fronte a chi era nel bisogno non se ne è stato tranquillo come un funzionario del sacro o un prete imborghesito. Al contrario, come Gesù, Buon Samaritano, si è lasciato muovere a pietà, si è accostato all’uomo ferito nel corpo e nell’anima e in modo concreto se ne è fatto carico. È stato il prete della compassione verso tutti coloro che la società del suo tempo rendeva e chiamava scarti umani, e con le sue opere ha testimoniato la compassione di Dio.
Luigi di Montfort ci ottenga il dono di prolungare con la nostra vita l’inquieto amore di Gesù Cristo, Sapienza incarnata, per i poveri e i miseri, di contemplare nel ‘nulla’ degli “scartati”, la presenza del ‘Tutto’, divenuto rifiuto”.